Piatti bianchi? No, grazie! L’originale eleganza della maiolica

I piatti bianchi sono un classico intramontabile, tutti almeno una volta nella vita ne abbiamo avuto un servizio acquistato oppure regalato da qualche amico o parente.

Per non parlare dei vecchi corredi con piatti bianchi ornati in oro o argento che ricordano i lontani anni ’80. Oggi però i piatti bianchi suscitano meno fascino di una volta, sono meno richiesti e a questi si preferiscono quelli in ceramica colorata.

Oltre alla ceramica colorata uno stile che sta spopolando è sicuramente la maiolica. In realtà, l’uso di questo tipo di produzione ceramica esiste da secoli e ha una storia lunga e antica.

Eppure, nel corso di questi ultimi anni sta rappresentando uno degli stili più amati per la sua eleganza, originalità e per l’esplosione di colori che lo contraddistingue.

Ma scopriamo di più sulla maiolica, sulla sua storia, e sul perché si presenta perfetta per chi desidera un servizio di piatti originale e colorato.

La produzione della maiolica

La maiolica è una produzione ceramica dedicata una volta principalmente al vasellame, che presenta un corpo poroso che viene rivestito attraverso la tecnica di immersione all’interno di uno smalto stannifero.

Il nome deriva da quello che veniva utilizzato nel medioevo per indicare l’isola di Maiorca che all’epoca era uno dei centri più attivi per la produzione di maiolica. All’estero la maiolica è nota spesso anche con il nome di “faience” che deriva invece dalla città di Faenza, che è stata per secoli una dei principali centri per la produzione di ceramiche e maioliche a livello europeo.

In senso specialistico la maiolica è tutta quella ceramica trattata con smalto stannifero. Oggi però si usa questo nome per tutta la terracotta che viene sottoposta a smaltatura, ossia qualunque oggetto rivestito di smalto bianco, decorato e poi ricotto nuovamente senza oppure con delle velature di cristallina. 

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Le radici della Maiolica: breve storia

Conosciuta anche più semplicemente come ceramica smaltata e decorata, la maiolica come s’intende oggi fa la sua comparsa principalmente tra il decimo e l’undicesimo secolo nel momento in cui in Europa si era  iniziata a intensificare la produzione della ceramica smaltata, decorata, con colori di vario genere e impermeabile.

Nel corso del XIII secolo proprio in Italia si andò registrando un sostanziale e un primo cambiamento nel processo per la realizzazione.

Infatti, si andò diffondendo uno stile di maiolica simile a quello moderno che prende il nome di “islamica” in quanto si procedeva prima all’uso della vernice bianca ed opaca e successivamente si procedeva al rivestimento vitreo ottenuto attraverso l’uso di vernici piombifere.

Nel XV secolo si vide la più ampia diffusione e uso della maiolica. In questo periodo raggiunse il suo apice non solo in Italia, ma anche in Spagna e principalmente a Granada, Valencia, Andalusia e Barcellona.

In queste zone, venne poi perfezionata una tecnica che veniva adottata principalmente in paesi come la Siria e l’Egitto che permetteva di ottenere dei riflessi metallici simili a quelli del rame. La maiolica si diffuse fino al XVII secolo, fino a quando poi non fu soppiantata dalla porcellana e dalla ceramica di lusso, almeno fino ai giorni nostri.

Infatti, oggi i piatti realizzati in maiolica sono molto richiesti, eleganti e considerati preziosi per le loro caratteristiche uniche, per i colori e le decorazioni che permettono di portare in tavola un servizio dallo stile peculiare.

Differenza tra terracotta, ceramica e maiolica

 Quali sono le principali differenze tra i piatti in maiolica, in ceramica bianca e in terracotta? La maiolica si distingue principalmente per la tecnica di lavorazione alla quale la si sottopone.

La ceramica invece si tratta di un agglomerato di qualunque argilla che in base alla composizione può essere usata sia per la creazione di oggetti in terracotta, sia in porcellana oppure in grès.

Con la cottura della ceramica a temperature più elevate, assume un colore rossiccio e viene chiamata terracotta, un materiale che viene impiegato anche per la realizzazione di piatti decorati, ma anche di tazze e piastrelle.

La terracotta quando viene smaltata, con uno smalto bianco e poi decorata, è sottoposta di nuovo a una cottura che prende il nome di maiolica.

Quindi la composizione è la stessa per tutte e tre, ma si differenziano per il tipo di lavorazione alla quale vengono sottoposte.

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Caratteristiche dei piatti in maiolica

I piatti in maiolica dipinti a mano sono tra i più richiesti nel campo della minuteria nell’ultimo periodo. I piatti dopo la foggiatura e il processo di essiccazione sono cotti a un’altissima temperatura dopo di ché sono smaltati e decorati. Per poi passare alla seconda cottura che gli permette di acquisire brillantezza e lucentezza.

Grazie alle nuove lavorazioni le ceramiche che compongono la maiolica la rendono ideale per la produzione di prodotti ad uso alimentare come i piatti. I piatti in maiolica si usano però anche come elementi di arredo e non è insolito trovarli appesi sul muro oppure in esposizione posti su un cavalletto.

 Ma perché sono così amati i piatti in maiolica? In molti scelgono questi piatti in quanto si presentano dallo stile colorato e allegro e anche le fantasie sono peculiari e perfette per chi vuole avere un set di piatti finemente dipinto a mano con tonalità che in genere fanno prevalere colorazioni come il giallo e il blu.

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